Analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio
L’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio sulla demografia di impresa nelle città italiane mi induce a soffermarmi sull’assai poco rassicurante stato di salute del commercio al dettaglio nelle nostre città. Dai dati pubblicati si assiste, infatti, soprattutto nei centri storici, a un incremento del numero dei negozi che abbassano le serrande e, di pari passo, a un forte ridimensionamento del livello dei servizi ivi offerti. Le statistiche sono impietose: tra il 2012 e il 2023 in Italia sono spariti oltre 111 mila negozi al dettaglio e 24mila attività di commercio ambulante, mentre ‘tengono’ le attività di alloggio e ristorazione.
Tutto ciò a livello nazionale: ma anche a livello locale si assiste ad un preoccupante aggravamento del fenomeno della desertificazione commerciale. Alcuni dati riferiti al centro storico di Pavia ben illustrano la situazione: rispetto al 2012, si rileva un calo significativo (intorno al 33%!)di attività di commercio al dettaglio. Ciò significa che, in media, quasi un esercizio su tre, in questo arco temporale, ha chiuso i battenti!
Non solo, sta anche cambiando il tessuto commerciale : se sono sempre meno numerose le attività tradizionali (i negozi di libri e giocattoli – 44%, le oreficerie, i negozi di abbigliamento, di calzature, di fiori e piante -36%, i negozi di alimentari – 36%) si assiste ad un incremento della presenza di servizi e tecnologia (farmacie +25%, computer e telefonia +28%), e, in misura inferiore, di servizi di alloggio in generale e dei pubblici esercizi (soprattutto le attività di ristorazione +4%).
“Come già avevo evidenziato, ribadisco la necessità di effettuare serie riflessioni (tutti assieme: associazioni di categoria, imprese, amministrazioni) per pianificare ed attuare concrete iniziative finalizzate a valorizzare i nostri centri cittadini. Ora più che mai occorre sedersi ad un tavolo per parlarne e, soprattutto, per agire”. E’ questa la riflessione del nostro Direttore, Dott. Manenti Luca, davanti ai dati decisamente sconfortanti della demografia delle imprese pavesi.